ROMANZO EPISTOLARE
… nell’interpretazione
dei destini e della valutazione
delle forze spirituali.
Sergio caro,
ti sono grata per le tue parole affettuose che non mi mancano mai nei momenti buoni ed in quelli cattivi; esse sono la mia vita ed il mio sollievo al mio animo spesso così rattristato.
Ho passato veramente delle ore tristi, ma, appoggiata al tuo affetto, ogni cosa ha perduto la sua gravità.
Mi preoccupo solo ed infinitamente per qualunque complicazione dovesse succedere e che venisse oltre che a danno del nostro amore, di te stesso, Sergio. Tu mi sei più caro di ogni cosa al mondo ed a qualunque costo non debbo perderti.
So quanto ti amo e se mi soffermo col pensiero di cosa sarebbe la mia vita se tu, per qualunque causa, mi venissi a mancare, provo tanto dolore che questo mi dà la certezza che non varrebbe la pena che senza di te io seguitassi a vivere.
So quanto ti amo e che ti amerò sempre di più perché, standoti vicino, ogni volta scopro delle virtù così nobili nel tuo cuore che mi avvicinano sempre di più a te e che formano quel tesoro spirituale che ho sempre desiderato nella persona cara con cui avrei diviso la mia esistenza. Questo, Tesoro mio, è racchiuso in te ed io non potrò mai separarmi da te.
È vero che è insopportabile dover vivere lontano e per di più doverci controllare in quei momenti che siamo vicini e che spesso abbiamo desiderato l’uno per l’altro nell’intimità del nostro affetto.
Vedo che tu sei più bravo di me nel saperti controllare ed io ne sono felice, anche se spesso questo mi costa il sacrificio di star lontani senza che il tuo braccio sfiori il mio per sentire, da quel muto linguaggio, la più belle parole per il cuore.
Quanto sei caro, Sergio, in tutte le premure di cui spesso mi circondi e di quelle che leggo nei tuoi occhi e che vorresti avere per me ma che devi, per forza maggiore, trattenere!
Dimmi: come potrei non amarti per tanta tenerezza di affetto che finora mi era mancata? Godo di tutto il bene che hai portato al mio cuore e spesso assaporo anche con cattiva dolcezza la tua gelosia perché in essa scopro la prova più grande del tuo affetto.
Amore, non vivo che per te e per quelle e care parole che vorrei sempre ascoltare dalle tue labbra con la mia mano stretta nelle tue.
Grazie per avermi compresa ieri quando, in quegli attimi tremendi, il tuo pensiero fu un oasi di salvezza, seguito dall’immensa necessità di averti vicino in quell’appoggio di comprensione che solo tu potevi darmi.
Or sembra tutto più calmo, ma tante umiliazioni sono state ingiuste e le ho ancora qui nel cuore come tante spine dolorose che pungono continuamente.
Se c’è stato qualche attimo di cecità, frutto solo di cattiva compagnia, ora vedo, e nelle pupille è solo il tuo volto che si rispecchia, e questo mi fa dimenticare ogni cosa che non ha mai avuto valore per me.
Ada tua.
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